venerdì 5 febbraio 2016

Non fermarti mai




Riporto un protocollo di osservazione di un incontro di Musicoterapia di gruppo di 4 persone presso un centro diurno per psichiatrici. I nomi sono fittizi: Alice è la musicoterapista, Aldo, Mario, Giulia, Elisa sono gli ospiti del centro.


Entro nelle stanza dei suoni, sono presenti Alice, Aldo, Mario e Giulia, seduti negli stessi posti della scorsa settimana. In più c'è Elisa che mi saluta e mi sorride. Sul tavolino ci sono dei CD musicali. Ognuno propone un brano, lo si ascolta e lo si commenta raccontando le immagini, le sensazioni, i ricordi ad esso collegati. Mario parla molto, propone più di un brano. Cristina parla poco, è evidentemente disturbata, non sa cosa dire e propone dei brani che Alice non ha e che si segna per la settimana prossima. Aldo parla poco e sembra distante. Elisa chiede di andare in bagno e si assenta per 10 minuti.Dopo gli ascolti facciamo una pausa durante la quale allestiamo il setting con gli strumenti, sempre nello stesso modo. Elisa e Giulia arrivano un po' in ritardo. Inizia l'improvvisazione e tutti suonano subito. Il ritmo è serrato e molto incalzante per tutta la durata dell'improvvisazione. Mario suona deciso e senza pause, cambia una volta postazione e suona sempre con grande decisione e intensità forte. Incontro il suo sguardo un paio di volte e ci sorridiamo. Elisa non si sposta mai e suona cambiando spesso strumento e guardandomi, spesso sorridendo.Giulia suona in modo scostante. Alice le si siede accanto e suona con lei, riprendendo i suoi ritmi e velocità. Lei suona più decisa. Aldo non cambia mai lo strumento (tamburello a sonagli), suona sempre lo stesso battito e non alza lo sguardo. Non si usa mai la voce. L'improvvisazione è intensa, si usano ritmi serrati, stretti, continui. La velocità è estrema, come una corsa senza fine. Genericamente sembra che ognuno suoni da solo, senza incontrare gli altri, come se fosse sul proprio treno, senza possibilità di sosta. Solo in alcuni frammenti temporali ho la sensazione che ci sia un incontro, fugace, fulmineo, come se i vari treni ad alta velocità si incrocino e si scambino la direzione.L'improvvisazione dura il tempo previsto. Quando è il momento di concludere Mario guarda l'orologio e dice che è ora. Si smette tutti di suonare molto velocemente e si fa un breve commento, senza grandi parole.Alice dice che oggi sono stati molto creativi.Si riascolta un primo brano proposto da Aldo, In the name of love, U2. Non lo si commenta e ci si saluta.